La lavorazione del tombolo ha
origini antichissime. Le prime manifestazioni di questa antica arte possono
essere fatte risalire ad insediamenti millenari tanto che fuselli in osso sono
stati rinvenuti all'interno di tombe etrusche. Una tale datazione, cosi antica,
ritengo renda difficilmente identificabile una ben precisa origine territoriale
e temporale dell'arte del tombolo. Ciò che appare invece certa è la necessità
da parte delle donne, di ogni epoca e ceto sociale, da sempre tenute alla cura
del focolare, di avere cura della casa. Questo vero e proprio lavoro porta la
donna a procurarsi ciò di cui si abbisogna per la conduzione della casa tanto
per la sua sussistenza che per il suo abbellimento. L'importanza data a questi
aspetti può variare in base all'epoca interessata, dato che periodi di
floridezza possono portare ad un maggiore interesse verso aspetti della
bellezza, quali appunto l'arte del merletto al tombolo, posti altrimenti in
secondo piano. Corsi e ricorsi storici fanno si che epoche diverse vengano a
succedersi portando a continui mutamenti della società, dei modi di vivere e di
pensare, positivi e negativi che siano. Ma le capacità acquisite, tramandate di
generazione in generazione, restano nella memoria collettiva portando ad un
accrescimento dell'arte in quanto tale. Il merletto a fuselli sembra
rispecchiare in pieno questo bisogni.
Le
donne, intente alla cura della casa, svilupparono il ricamo, (nel nostro caso
la tecnica del tombolo a fuselli), come vera e propria necessità. Il bisogno di
porre in evidenza lo status sociale, che avrebbe permesso di contrarre un
matrimonio vantaggioso, necessitava della creazione di una dote, con la quale
far risaltare una condizione di agiatezza tale da rendere, a volte, necessaria
la vera e propria esposizione del corredo. Tutt'oggi, in famiglie legate alla
tradizione, il corredo si espone, nella camera matrimoniale, agli occhi di
coloro che rendono omaggio alla sposa, in un trionfo di pizzi e merletti.
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Risulta difficile identificare
un preciso momento storico tale da poter essere ritenuto un punto di partenza
per l'arte del tombolo moderno. Si può ritenere plausibile una datazione che ci
porta a vedere nella Magna Grecia la culla di tale arte anche se poi documenti
effettivamente datati risalgono "solo" al XV secolo. Ma anche in
questo caso abbiamo varie interpretazioni. C'è chi ritiene che la diffusione della
tecnica del pizzo sia partita dalle Fiandre e che nel corso del XVI secolo si
sia diffusa in tutta Europa, fino a far si che il merletto assumesse un ruolo
insostituibile nel campo della moda e dell'abbigliamento. Orazio D'Angelo
(L'Aquila - 1904) ricorda però come già nel 1493, in Abruzzo, la Regina
Isabella restasse profondamente colpita dalla squisita ricchezza dei merletti
delle donne aquilane. Qualche anno prima, nel 1476, un documento della famiglia
D'Este di Ferrara fa riferimento ad un contratto stipulato a Milano avente come
oggetto "una striscia a dodici fusi" per lenzuolo.
Nel comune di Offida la
lavorazione del ricamo fatto con la trina a fuselli risulta presente a partire
dal 1400, quando, su una preesistente produzione di passamaneria, si inserì il
tombolo. Le prime documentazioni risalgono al 1511, quando gli Offidani fecero
voto per la liberazione dalla peste e nel documento attestante ciò è riportata
una annotazione che fa riferimento al pizzo di tombolo.
Ancora, in Molise, risale al
1503 una documentazione
attestante la produzione di una trina a tombolo prodotta dalle religiose del
convento di S. Maria delle Monache. Questi ricami erano amati dalla Regina
Giovanna III d'Aragona, che aveva avuto come appannaggio matrimoniale la città
di Isernia da re Ferrante.
Nello sviluppo di questa
bellissima arte molta importanza rivestono i mutamenti sociali dell'Europa del
XV e XVI secolo. Si usciva dal medio evo e, lungi dal considerare quell'epoca
semplicemente come "oscura", era pacifico ammettere come i costumi e
le abitudini stavano andando incontro a radicali mutamenti. Il credo religioso
cristiano, che imponeva, per la salvazione eterna, di rendere visibile l'umiltà
di fronte a Dio non faceva quasi più tremare l'anima. Il purgatorio era stato inventato da
Dante e la salvezza era quindi possibile per tutti. Inoltre si cominciò a
diffondere un certo benessere sociale, grazie anche alla fine delle epidemie di
massa che avevano flagellato le popolazioni nel corso dei secoli passati. Gli
abiti cominciarono ad abbellirsi e ad adornarsi con ricami ed intagli di varia
natura. Non solo le donne, per la loro dote, ricorrevano al ricamo ma gli
stessi uomini ritennero interessante sentirsi in bisogno di migliorare il
proprio aspetto. Polsini, colletti, fazzoletti, else di spade, tutto era
oggetto di "intaglio". La lavorazione venne così a differenziarsi e a
dare origine a vere e proprie novità quali ad esempio le lavorazioni con
metalli preziosi. Anche nel campo della "moda" la parola
rinascimento sembrava coniata su misura.
Per quanto riguarda lo sviluppo
della tecnica si ritiene importante l'influenza che esercitarono le regioni
poste a settentrione dell'attuale territorio francese. La regione delle
Fiandre, con la sua ricchezza commerciale, aveva dato inizio ad una serie di
contatti con le altre regioni europee tali da rendere naturale lo scambio di
manufatti ed informazioni tecniche sulla lavorazione delle più svariate arti e
mestieri. E tra di queste un ruolo importante ebbe l'arte del ricamo, dato che
l'epoca permetteva spese destinate al lusso. Questo commercio venne, in Italia,
dapprima in contatto con le regioni settentrionali, quali la Lombardia, più
ricche e già avviate sulla strada del commercio.
Durante tutto il XVII secolo la
tecnica del merletto subì dei cambiamenti importanti che portarono alla
definizione di un determinato numero di punti e lavorazioni. Il punto Venezia,
con bordi lavorati a rilievo, dominò inizialmente il mercato. Più tardi si
sviluppò il Point de France.
Con il trascorrere del tempo
nuovi cambiamenti vennero ad incidere sul tessuto sociale. In special modo la
rivoluzione industriale portò una nuova interpretazione dell'attività tessile
in generale. Già nel XVIII secolo la lavorazione del tombolo aveva preso i
connotati del lavoro "in serie". Nei conventi si lavorava per far
fronte alle commesse delle ricche signore della zona, negli orfanotrofi si
effettuavano lavori e i primi laboratori familiari videro la luce all'alba del
XIX secolo.
Ad incidere notevolmente su tale
lavorazione intervenne anche il mutamento dei costumi. Con la rivoluzione
francese e il suo propagarsi nel resto d'Europa gli uomini semplificarono il
loro abbigliamento perché l'abito ricco e lavorato divenne il simbolo di quella
nobiltà che si voleva essere il male della società. L'abbellimento rimase
appannaggio delle singole donne e per lo più di coloro che avevano la
possibilità di "tenere" la dote. Il XVIII secolo fu di preparazione
mentale alla rivoluzione industriale del XIX secolo. Quest'ultima portò
all'introduzione di nuove metodologie di lavorazione del tombolo. Si fece
strada la meccanizzazione di tale arte e la manualità venne pericolosamente a
rinserrarsi in poche isole, al sicuro dall'onda montante del puro interesse
commerciale. Il lavoro in serie fece perdere importanza al ricamo vista la più
facile reperibilità di tale risorsa anche se l'arte aveva fatto il suo cammino
nel corso dei secoli e la capacità di sopravvivenza era oramai acquisita.
Varianti della lavorazione erano presenti in varie regioni d'Europa e dato il
precedente riflusso vi era stata una vera e propria diversificazione delle
singole abilità. Divenne sempre più necessario definire i singoli lavori con la
denominazione della loro origine territoriale e geografica portando ad onor di
gloria città quali Venezia, Cantù, Offida nelle Marche, Scanno
L'Aquila e Pescocostanzo
in Abruzzo. Paesi, in cui aveva avuto origine il merletto, a cui la produzione
in quantità ridotta diede prestigio.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOI-wGzWBipy-zpNiZgFTPAUxwNnN81RWCwZIaassluGcOgSZWCVbTYFG9iJg2ZejFPtILEGPcUPxj6Qenld_rpbb61HFP3a4VIzhzPhSo2vv4Zb96HVTHCBVAdZcm-AcJJ35pZMmIxmM/s320/cartesio-tombolo-massetti.jpg)
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